I sentimenti che si provano quando arriva il momento di lasciare il proprio cucciolo alle cure degli altri sono intensissimi.
Dal senso di colpa alla rabbia qualsiasi sentimento è assolutamente legittimo... continuo a ripetermelo perché ci ho messo un po' ad accettare queste emozioni e ancora di più a gestirle.
L'aspetto più importante per me è stato avere il tempo di elaborare il cambiamento e il distacco e sopratutto rendermi conto che qualsiasi cosa succeda nulla può cambiare il fatto che io sono la mamma e lei sarà sempre la mia bambina.
Può sembrare una banalità ma è un concetto che per me è stato di vitale importanza, il fatto di pensare che per lei la mamma è sempre la mamma, come per tutti noi lo è stato, ha alleggerito la mia paura che l'amore dei nonni potesse portarmela via.
Per ora infatti lei sta con i nonni e questo mi rende tranquilla ma l'idea all'inizio non l'ho accettata così bene. Non perché non mi fidi dei nonni, anzi! e a pensarci adesso lasciarla all'asilo mi avrebbe preoccupata di più e avrebbe reso più difficili le mie prime giornate in ufficio.
Io provavo invidia verso di loro, un'invidia che non avrei sentito così forte nei confronti delle maestre dell'asilo perché l'attaccamento verso i nonni è duraturo e non limitato allo spazio della scuola. Invidia perché loro potevano stare con lei mentre io sono costretta ad andare al lavoro. La rabbia per il fatto di non potermi permettere di stare a casa mi ha fatto detestare le amiche che invece possono permetterselo.
Ho iniziato a provare questo "dolore" al solo pensiero che sarei dovuta tornare a lavoro già 4 mesi prima di tornare! Il pensiero del distacco mi faceva piangere ed ero avvilita all'idea di non essere in grado di cambiare il corso delle cose. Mentre mi dicevano che avevo ancora tanto tempo davanti da passare con lei ho dovuto iniziare ad elaborare la nuova situazione che si sarebbe prospettata di lì a poco.
Ho iniziato a godermi i giorni con lei e i momenti insieme. E anche a stufarmi perché passando le settimane lei è diventata sempre più un terremoto, ha imparato a gattonare e io non riuscivo più a fare niente.
Alla fine è arrivato il momento di tornare e sapete cosa è successo? Che sono soddisfatta. Magari felice è una parola grossa ma questa mattina (3 giorno senza di lei) cantavo in auto e non mi pareva che gli altri intorno a me fossero altrettanto contenti.
Non sono felice perché non sto con lei ma sono soddisfatta di avere una vita oltre a quella di mamma. Di potermi realizzare e confrontare con il mondo perché tutti noi abbiamo bisogno di stimoli sempre nuovi e di gratificazioni, anche economiche.
Una donna deve essere economicamente indipendente e non solo per potersi togliere i propri sfizi senza chiedere il permesso a nessuno ma perché l'indipendenza economica è fondamentale per essere persone indipendenti. Ed essere indipendenti ci permette di scegliere il meglio per noi.
Vero, potevo rimanere a casa ma quando i figli crescono e passano le giornate a scuola noi le passiamo a fare cosa?
Spero che questo pensiero tratto da vita vissuta sia utile a qualcuna di voi e chiudo dicendo "Non mollate la vostra vita di prima, un figlio la rende migliore e completa ma non deve stravolgere voi stesse e tutto quello che avete costruito con impegno!"
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